Dimora cinquecentesca nel cuore di Ferrara

Il Palazzo e l'Antico

Il rapporto tra Manierismo e Antico

Il palazzo Bentivoglio, con la sua facciata e alcuni ambienti del piano nobile, mostra influenze del Manierismo. Questa corrente artistica è caratterizzata da una costante ripresa della “maniera” delle più grandi personalità artistiche del Rinascimento maturo: Leonardo, Raffaello e Michelangelo. I manieristi si ispirano anche all’arte classica prendendola come modello di riferimento, ma manipolandone i precetti secondo il loro gusto personale, creando effetti bizzarri e inusuali nelle loro opere.

La facciata

Portale

La facciata di palazzo Bentivoglio, realizzata in marmo con decorazioni in oro (oggi perdute), è stata realizzata tra il 1583 e il 1585 da un autore di incerta identificazione: alcuni pensano sia da attribuire a Pirro Ligorio o a Giovan Battista Aleotti, mentre altri ipotizzano un diretto coinvolgimento del committente Cornelio Bentivoglio. Nel registro inferiore vi sono finestre abbinate a coppie, con mensole inginocchiate, in piena tradizione manierista, presenti anche in altri palazzi ferraresi. Le finestre sono a bugnato, con un'alternanza di pietre in rilievo e "piane". Questo interrompe la sintassi tradizionale, che si basa sull'utilizzo di una sola tipologia di decorazione e crea nel colto osservatore il divertimento, o divertissement, come per un gioco sottile, una battuta elegante. È interessante anche l'utilizzo del concio nell'architrave delle finestre, quando tradizionalmente questo elemento architettonico appartiene all'arco: si tratta ancora una volta di un gioco sofisticato che manipola con ironia gli elementi classici.

Il portale a carattere rustico segue una tradizione esemplata sui modelli del Serlio e del Vignola. Il timpano è spezzato a doppie volute, come nella Villa d'Este a Tivoli, realizzata da Pirro Ligorio. Al centro del timpano un mascherone, e il motivo a sega dello stemma Bentivoglio di marmo bianco e rosa con tracce di doratura. L’architrave tripartito, di ispirazione vitruviana, si interrompe nel punto in cui si innestano i conci dell’arco: di nuovo, un’ironica contaminazione manierista tra arco e architrave. Al centro della facciata, nel registro superiore, sopra la linea marcapiano con motivo seghettato, le statue della Fortezza e della Vittoria; quest’ultima, identificata con la dea greca Nike, è tradizionalmente raffigurata come una giovane donna alata: a lei ci si riferiva come simbolo della vittoria sulla morte e determinava chi avrebbe avuto successo durante la guerra.
Le teste di leone presenti sotto forma di mascheroni, rimandano alla Fortezza e al Coraggio, quindi alludono alle virtù del committente Cornelio Bentivoglio, comandante militare e luogotenente di Alfonso II.

Panoplia

Sono presenti anche delle panoplie, ossia l'insieme delle varie parti di un'armatura, disposte a trofeo per ornamento o come soggetto di raffigurazione plastica e pittorica a carattere decorativo. In questo caso il riferimento è ai trofei portati in trionfo dai Romani, in quanto sono presenti delle lance, la lorica, i fasci littori, l'ascia bipenne (questi ultimi sono simboli dell'imperium domi militiaeque, cioè del potere in guerra e pace). Anche qui, come nelle raffigurazioni leonine, è presente l'esaltazione del committente e del suo valore in battaglia. Infine nel sottotetto é interessante notare la presenza di alcuni cartigli che richiamano quelli presenti negli archi di trionfo.

Il giardino

Giardino interno odierno

"...Esso ill.mo s.r Cornelio ha speso dal principio del ano 1563 in poi gran somma de denari et fatte assajssime spese per detta ill.ma s.ra Giulia Boiarda...et fra le altre spese… esso ill.mo signore ha fatto venire delle piante de naranci, limoni, gesmini, mortella garofilli per adornamento del giardino di essa ill.ma s.ra et ancho ha comprato delli fruttari di diverse sorte tanto per il giardino del palazzo… "

Da questa memoria archivistica si evidenza come, per il giardino del palazzo, Cornelio Bentivoglio avesse fatto arrivare a Ferrara piante di vario genere: ci sono diversi alberi da frutto (aranci, limoni) legati al concetto di utilitas, mortella (pianta comunemente nota come bosso), che spesso veniva potata seguendo i dettami dell'ars topiaria, garofani, spesso usati a scopo decorativo, e gelsomini, piante apprezzate per il loro profumo e per la loro funzione estetica, che concretizza l'ideale di venustas, intesa come bellezza primaverile.